Nelle prime due notti ho trovato l’apparecchio ai piedi del letto ed i denti sono doloranti al risveglio (soprattutto l’arcata sinistra), dopo pochi giorni avverto di riuscire a passare più facilmente il filo interdentale con la sensazione che i denti si siano leggermente allargati, anche il dolore alla spalla si è affievolito ma persiste; dopo soli 15 giorni sento che l’ACOM® è diventato una piccola parte di me che mi consente di rilassare il collo. Dicembre ’08 non avverto più alcun dolore alla spalla ed al collo.

Sintomi iniziali: dolore continuo alla spalla destra e sul lato destro cervicale.

LauraAnni 25
Laura
Lucia

Non ho avuto difficoltà ad abituarmi all’apparecchio che fin da subito mi ha dato sensazione di miglioramenti, ma ne distruggevo uno ogni 15 gg che mi veniva sostituito subito; a Giugno’07 le tensioni erano nettamente diminuite e rompevo un ACOM® al mese, a Settembre ’07 i sintomi erano completamente scomparsi e l’apparecchio non si rompeva più ed in quella occasione ho detto al Dott. Montorsi : “adesso sorrido alla vita!”

La situazione di partenza era: ho portato apparecchi ortodontici da bambina per correggere i denti ed in seguito da adulta per cercare di migliorare le emicranie e le cervicalgie; purtroppo i sintomi sono andati via via peggiorando tanto da costringermi ad assumere quotidianamente senza molto beneficio analgesici forti quali il Toradol e inducendo il mio medico ad inviarmi dal neurologo che ha iniziato a somministrami psicofarmaci; con tre figli piccoli era impossibile gestire tali dolori ed i miei parenti costretti ad accompagnarmi ovunque.

LuciaAnni 37

Fin dalle prime settimane sembra che i denti si stiano raddrizzando, ma ad Agosto ’07 le crisi di paura sono quasi scomparse e Matteo da Settembre ‘07 mangia serenamente e riesce ad affrontare le sue paure con più tranquillità. In Dicembre ’07 inizia a dormire nel suo letto della cameretta e viene solo poche volte nella nostra camera; in Gennaio ’08 dorme regolarmente nel suo letto (addirittura nel piano superiore di un letto a castello).

Sintomi iniziali: attacchi di panico anche durante il pranzo a causa di un boccone andato storto in passato. Impulsi autodistruttivi, paure non controllabili del buio ed a dormire da solo.

MatteoAnni 10
Matteo
Prof. Fabio Moro

Testimonianza del Prof. Fabio Moro

I dispositivi amovibili di Soulet-Besombes, per la loro viscoelasticità e per la loro area liberta centrale, nella quale si evolvono i denti, si rivelano una tecnica di liberazione, di stimolazione e di guida; ideale compromesso tra le esigernze dei nostri modelli ortodontici, le esigenze del corpo come “organismo” e l’auto-organizzazione della specie quale meta-struttura e meta-funzione.

L’amico Montorsi, da tempo, utilizza i “dispositivi amovibili Soulet e Besombes” in modo complementare ad altre tecniche, quali l’osteopatia e la podologia non lineare, nell’intento di favorire nell’organismo auto-regolarizzazione, adattamento, omeostasi ed autoguida.

Adriano Montorsi è andato “oltre la siepe”, da quando ha compreso che la specificità del corpo umano è che l’intera sua struttura è subordinata al suo fine di sopravvivere come organismo, e da questa caratteristica deriva, in una visione olistica, la subordinazione delle parti al tutto.

Testimonianza del Prof. Fabio Moro

I dispositivi amovibili di Soulet-Besombes, per la loro viscoelasticità e per la loro area liberta centrale, nella quale si evolvono i denti, si rivelano una tecnica di liberazione, di stimolazione e di guida; ideale compromesso tra le esigernze dei nostri modelli ortodontici, le esigenze del corpo come “organismo” e l’auto-organizzazione della specie quale meta-struttura e meta-funzione.

L’amico Montorsi, da tempo, utilizza i “dispositivi amovibili Soulet e Besombes” in modo complementare ad altre tecniche, quali l’osteopatia e la podologia non lineare, nell’intento di favorire nell’organismo auto-regolarizzazione, adattamento, omeostasi ed autoguida.

Adriano Montorsi è andato “oltre la siepe”, da quando ha compreso che la specificità del corpo umano è che l’intera sua struttura è subordinata al suo fine di sopravvivere come organismo, e da questa caratteristica deriva, in una visione olistica, la subordinazione delle parti al tutto.

Prof. Fabio MoroPodologo